A fronte dell’impennata inflazionistica, i tassi mostrano un andamento parabolico. Le banche centrali non vedono più l’inflazione come un problema transitorio e sono ora pronte a contrastarla con qualunque mezzo.
Appena sei mesi fa il mercato aveva calcolato solo 2 rialzi dei tassi della Fed entro fine 2023, nonostante il trend in aumento dell’inflazione. Oggi, il mercato ne vede invece 12 (da 25 pb l’uno), con il 70% di probabilità di un rialzo di 50 pb a maggio. Il mercato creditizio ha reagito meglio del previsto, ma riteniamo che l’ultima contrazione degli spread rifletta una ripresa delle obbligazioni societarie di carattere tecnico. Il contesto macroeconomico si sta deteriorando da tempo e l’inflazione elevata perdurante, unita al rapido irrigidimento delle condizioni finanziarie, graverà su consumatori e utili aziendali.