In un contesto di crescita a rilento e presunto stress sui mercati si torna a parlare di «svolta delle banche centrali», ossia di un’inversione di tendenza delle politiche monetarie. Le condizioni finanziarie si sono inasprite e la crescita sembra rallentare, ma la situazione non è grave e l’inflazione non è ancora a livelli da richiedere la fine della stretta monetaria.

Nell’Eurozona l’inflazione supera il 10% e continua a salire. Gli Stati Uniti potrebbero aver superato il picco dell’inflazione, ma l’inflazione di fondo, dato più importante che esclude alimentari ed energia, continua a puntare al rialzo. Inoltre, le condizioni del mercato del lavoro USA si confermano solide. Gli indicatori di stress finanziario non sono attualmente a livelli allarmanti. Gli spread dei titoli CCC, la volatilità azionaria implicita (VIX), la liquidità dei Treasury e gli indici delle condizioni finanziarie non mostrano valori estremi (cfr. grafico). Detto ciò, crediamo che il ciclo di inasprimento stia per concludersi, ma non si tratta di una svolta. 

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