Malgrado la stabilizzazione di agosto, la ripresa in Cina resta inferiore alle attese. I Paesi del sud-est asiatico potrebbero risentire del crollo della domanda, soprattutto dalla Cina. Il calo dell’inflazione dovrebbe consentire ulteriori misure di allentamento monetario.
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Ad agosto l’indice PMI dell’industria per i mercati emergenti si è attestato a 51,4, un valore nettamente superiore a quello di molti Paesi industrializzati che negli ultimi mesi hanno registrato un crollo del sentiment. Ad esempio, ad agosto l’indice PMI dell’industria per l’eurozona era a quota 43,5 e quello statunitense era pari a 47,9, entrambi valori nettamente inferiori alla soglia di crescita di 50,0. Negli ultimi mesi l’indice dei mercati emergenti si è mantenuto saldamente sopra i 50,0 punti, a suggerire una certa divergenza tra i mercati emergenti e quelli sviluppati, malgrado la ripresa sorprendentemente effimera della Cina dopo la riapertura.
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Mentre le banche centrali dei Paesi industrializzati si avvicinano lentamente alla fine del loro ciclo di rialzi dei tassi, le principali autorità monetarie dei mercati emergenti sono già un passo avanti. Ad esempio, le banche centrali di Brasile e Cile hanno già iniziato a tagliare nuovamente i tassi guida alla luce dell’andamento favorevole dell’inflazione. Inasprendo la politica monetaria presto e con fermezza, i mercati emergenti sono riusciti a ridurre la propria dipendenza dalla politica monetaria della Federal Reserve statunitense e a tagliare i tassi anche prima di quest’ultima senza che le valute locali subissero perdite significative.