Per arginare l’inflazione, le banche centrali si sono affidate perlopiù ai rialzi dei tassi per aumentare i costi di finanziamento, ridurre gli investimenti e la spesa e contenere la crescita e, quindi, l’inflazione.

Finora, però, la crescita è rimasta sostenuta e l’inflazione alta. Il ritardo nella trasmissione è dovuto all’intensa attività di rifinanziamento nel precedente contesto di bassissimi rendimenti, che ha permesso a imprese ed economie domestiche di contrarre prestiti a basso costo e a lunga scadenza, incrementando le riserve di liquidità. Il fabbisogno di prestiti agli attuali costi elevati è stato basso, tanto che la scadenza media è ai minimi storici, e le nuove emissioni, soprattutto nel segmento high yield, sono molto diminuite. Tuttavia, le scadenze aumenteranno («muro delle scadenze») ed un numero crescente di emittenti dovrà rifinanziarsi ai tassi ora molto più elevati. Data la politica restrittiva della Fed, per netti tagli dei tassi potremmo dover attendere un deciso rialzo degli spread, finora non verificatosi. Manteniamo una posizione corta netta sul rischio di credito, soprattutto dopo le recenti impennate dei tassi, che potrebbero impedire a molti emittenti vulnerabili di rifinanziarsi. Duration: propendiamo per una posizione lunga. Non escludiamo ulteriori picchi dei rendimenti a breve termine, ma riteniamo che qualsiasi nuovo evento creditizio possa far scendere i tassi.

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