Secondo le autorità monetarie e politiche, le economie e i consumatori dei mercati sviluppati sono in buone condizioni e i bilanci delle aziende sono solidi, quindi possono far fronte all’inasprimento delle condizioni finanziarie.

Questo mantra è stato ripetuto spesso negli ultimi mesi e presto potrebbe essere ricordato come quello dell’“inflazione transitoria”. Gli indici dei responsabili degli acquisti (PMI) sono appena scesi sotto 50, a indicare una contrazione del settore manifatturiero, e la fiducia dei consumatori è negativa ormai da tempo a causa dell’impennata dell’inflazione e della crescita negativa dei salari reali. Finora gli utili delle aziende per il T2 sono scesi del 6% negli Stati Uniti e del 41% in Europa, mentre il PIL USA si è contratto nella prima metà del 2022. Tuttavia, l’inflazione non ha nemmeno iniziato a scendere e si prevede che la Fed e la BCE continueranno a innalzare i tassi, rispettivamente, di 90 e 100 pb fino a fine anno, riducendo al contempo i propri bilanci. 

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